Romanzi


La Seconda India- Manni 2012

La seconda India

Il viaggio come conoscenza e come educazione sentimentale è il filo conduttore della storia di Giuliano, napoletano, con una famiglia di origine ingombrante e molte difficoltà con le donne. Durante un lungo soggiorno di studio in India, percorrendo in modo avventuroso con un gruppo di amici – indiani e occidentali – migliaia di chilometri on the road, Giuliano scopre un paese affascinante e misterioso, incantevole e duro, dove coesistono modernità, arretratezza e insieme la minaccia incombente di uno sviluppo troppo veloce e indiscriminato: questo mondo gli viene incontro proprio per la sua alterità, per la sua abissale distanza dal groviglio familiare da cui forse sono scaturite le sue difficoltà sentimentali ed erotiche. Nel viaggio si intrecciano destini e vicende personali tra amori dolori incontri e assenze: un nuovo scenario si apre per Giuliano, attraverso la sua proiezione entro le pieghe vitali, le contraddizioni e le fascinazioni di quell’universo “altro”.

Per commenti e recensioni, e per La Seconda India a Fahrenheit: http://www.mannieditori.it/search/node/bocci


SENSIBILE AL DOLORE – Rizzoli 2006

Sensibile al doloreUn incontro tra donne su un treno notturno diretto verso una città dell’Europa del Nord: nello scompartimento del vagone letto la narratrice incontra Anna, giovane donna sconosciuta, che non riesce a frenare le lacrime. Ha alle spalle una storia tormentata, custodita in un diario che, proprio per il fatto di essere sconosciute l’una all’altra, nel corso della lunga nottata lei legge ad alta voce alla sua compagna di viaggio. Il racconto lascia il segno: Anna parla di sé, della lunga analisi da cui è riuscita a far riaffiorare il trauma della propria infanzia,  avvenuto quando, bambina, veniva affidata ai nonni dalla madre, depressa e infelice. Profondamente segnata dalla paura di subire nuovi abbandoni, Anna ha imparato ad abbandonare per prima e a fuggire. E anche ora sta fuggendo, in quel treno che la conduce lontano da persone e da eventi che sembrano avvolti in un inestricabile groviglio. Quando, durante la notte, Anna  scompare anche dal treno, la sua compagna di viaggio si ritrova tra le mani la cartellina con il resto del diario, un mucchietto di ritagli di giornale che riportano un recente fatto di cronaca, e un’enigmatica pagina strappata da una rivista scientifica. Quanto tempo serve e cosa è necessario che avvenga perché un trauma subito tanto tempo prima riesca finalmente a trasformarsi in un vero dolore? Spinta da questa domanda, la narratrice tenta di ricostruire il mosaico della vita di Anna, provata dalla sofferenza e casualmente annodata da altre vite: a quella di Maria, una donna sprofondata nella follia, e a quella dello psichiatra che le cura entrambe e con il quale Anna ha vissuto una conflittuale situazione di transfert.  Sensibile al dolore in un intreccio di voci e di piani diversi, svolge una riflessione acuta, lacerante e appassionata, sulla sofferenza psichica, sui conflitti che a essa si accompagnano e sulle solidarietà che la mitigano, sulla crudeltà della vita e la sua violenza, sul disagio nei rapporti tra uomini e donne. Tra femminismo, postfemminismo, psicoanalisi, occasioni quotidiane e sogni si afferma qui l’energia di una scrittura che sperimenta tutte le proprie possibilità, prendendo vita e sostanza dallo scambio di esperienze tra donne, che scende nella profondità del dolore e sonda capacità e limiti della cura psicoanalitica.


Di seconda mano – Né un saggio né un racconto sul tradurre letteratura – Rizzoli 2004

Tra racconto, autobiografia e saggio, Di Seconda Mano attraversa i vasti territori della traduzione letteraria, con un movimento nello spazio e nel tempo: tra viaggi nel presente e nel passato, divagazioni autobiografiche e spunti teorici questo libro intreccia una fitta serie di storie di traduzione facendo incontrare – su un filo in cui si sovrappongono realtà e sogno, fantasia e ricostruzione storica, esperienza quotidiana di traduzione e problematiche teoriche, – un libraio di Heidelberg e Caroline Schlegel Schelling, un editore di Tunisi e E.T.A. Hoffmann, un’oncologa di Berlino Est fuggita all’Ovest e Bettina Brentano, in scenari che, con ritmi ariosi e imprevedibili, conducono da Tunisi a Bamberg, da Berlino a Londra, da Heidelberg a Roma, in quel luogo letterario assoluto che il “cimitero degli Inglesi” di Testaccio.  Questo viaggiare del racconto si risolve inuna inquieta e appassionata interrogazione sul significato del tradurre letteratura: come si muove, per quali strade intime e segrete, quella seconda mano che, toccando il testo d’autore, lo riscrive e lo trasforma, facendosi carico di un rischioso passaggio in un’altra lingua e in un’altra cultura e assumendo la responsabilità del compromesso implicito inn questa operazione?Su quale carico di esperienza e di riflessione si svolge il rapporto con l’autore del passato e con il potenziale lettore del futuro? E come l’umile pratica artigianale e quotidiana di una traduttrice può confrontarsi con l’immenso apparato teorico che attualmente si sta accumulando sul problema del tradurre? Di seconda mano coverSu quale orizzonte personale si proietta il dialogo con gli autori che si traducono? Come si definisce il rapporto con chi ha scritto e tradotto in altri tempi? Quale spazio possono trovare oggi i Classici nel mondo dei libri e delle politiche editoriali? In conclusione per chi e perché tradurre letteratura, magari tornando in modo nuovo a versioni del passato? Queste domande vengono qui affrontate sempre e solo in forma narrativa, anche toccando temi cruciali della cultura contemporanea: quello della scrittura e dell’identità femminile ( tra l’altro con intense rievocazioni di alcune grandi figure di donne del Romanticismo tedesco), quello del confronto con la cultura araba, quello della passione e dell’intimità con la letteratura.

 


Mitologia d’infanzia

Mitologia d’infanzia